DIALOGHI DI ALTAN. SUPPLEMENTO AL N.49 DI RINASCITA DEL 14/12/1979

brossura, illustrato L’umorismo freddo di Altan mette in imbarazzo coloro che non capiscono come e quanto la clamorosa Italia nella quale viviamo sia cambiata nel profondo. Una volta si rideva soltanto sulle barzellette: il sesso e, insieme o separato, l’antico rapporto del contadino con la città. Era un umorismo che nasceva dalla stupefatta attenzione dell’uomo dei campi (cosí lo chiamavano gli addetti all’eufemismo) alla vita della città e agli amori che in essa, a credere alle storie sentite raccontare, s’intrecciavano. L’Italia contadina stava a bocca aperta davanti alla macchina, al cinematografo, alle piastrelle lucide dei gabinetti pubblici e agli ingressi delle case di tolleranza. Si rideva del brav’uomo di campagna e del suo primo viaggio in città, che coincideva quasi sempre con il viaggio di nozze, col servizio militare o con la guerra, sole occasioni per un diffuso turismo di massa. L’altro antico tema era il prete, le sue proibite avventure amorose con la beghina. Le guerre coloniali aggiunsero un pizzico d’esotico: gli amori del signor ufficiale con l’indigena, scelta appositamente per lui. Ma ridere era peccato, cosí si rideva di nascosto o non si rideva. Le vignette di Altan nascono dal profondo delle trasformazioni sociali e politiche di questi anni. Quell’Italia che un tempo rideva sempre di qualcun altro, ora ride di sé. Le sue non sono piú risate grasse fatte di nascosto: sono risatine fredde, sofisticate.