pp.128, brossura, illustrato a colori
L’indagine analitica sul mezzo fresco raffigurante il San Gerolamo ubicato presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce è puramente soggettiva.
La mancata considerazione da due anni a questa parte da terzi importanti per il restauro fattivo di tale opera, ha portato ad avere un piglio certamente più marcato nel voler ostinatamente dimostrare che nonostante il catastrofismo esasperato, nell’impossibilità di ottenere un ponteggio caduto nel baratro di un legiferare e di un circolo vizioso senza fine, l’imperativo è stato, quello di creare una situazione atta a produrre cultura in modo comunque serio, senza nulla togliere alla razionalità.
Il progetto si è compiuto in modo lento e macchinoso, per la mancanza di documentazione tecnica, per questo motivo l’impegno profuso è stato maggiore, nel voler rendere tale ipotesi molto performante e dettagliata, fin ch’è si realizzi un precedente atto a iniziare un processo di sensibilizzazione della cittadinanza nei confronti dei beni culturali presenti sul territorio.
Le motivazioni di tale ipotesi sono riconducibili a una matrice tecnica, storica e a una motivazione etica sociale paritaria.
Difatti l’amore con cui si sono affrontate tale indagine e ipotesi in questo testo, tende a precisare quanto si è voluto essere preciso nel rivolgere uno studio così approfondito verso un’opera che non ha un eccelso valore artistico. Questo non ha impedito di agire secondo prassi e iter adottati per opere più importanti o solo più note, sensibilizzando magari qualche animo poco incline a prendere in considerazione tali opere che sono spaccati di vita e di civiltà da custodire gelosamente.
L’intero testo è diviso in tre parti; il primo riguarda la storia di Lecce con i personaggi e le vicende più note che l’hanno caratterizzata; parlando della storia di un lembo territoriale al quanto affascinante e misterioso come la zona di Porta Rudiae, la porta più vecchia della città e con essa tutti gli edifici adiacenti, attori principali di una storia tutta ancora da studiare.
Le notizie ricercate in antichi e nuovi testi hanno condotto alla composizione di un documento unico nel suo genere perché si è potuto raggruppare quasi tutte le notizie riguardanti l’ex edificio monastico dei Domenicani, un tempo intitolato a San Giovanni d’Aymo, dove dal 1974 trova sede l’Accademia di Belle Arti di Lecce.
Tale ricostruzione storica ha portato a una ricucitura di tutte quelle nozioni piccole e frammentarie presenti in molteplici testi, elaborando un iter unitario, che ha messo insieme tutti i cultori della storia salentina, come Giulio Cesare Infantino, Pietro Palumbo, Michele Paone, Amilcare Foscarini e tanti altri.
Nella seconda parte si è voluto spiegare la vita dei Santi che hanno segnato e caratterizzato la storia degli edifici presi in considerazione in fase di studio come San Domenico e San Gerolamo.
Per il primo, San Domenico, si è voluti essere un po’ più descrittivi nello spiegare le peculiarità di un uomo e di tutte le vicende a lui correlate e che hanno caratterizzato i suoi seguaci e gli edifici monastici a lui intitolati nel corso dei secoli.
Tutto questo anche grazie all’ausilio tecnico di un testo, scritto dal mio concittadino Padre Tommaso Leopizzi, il quale colgo l’occasione per ringraziarlo a nome mio e di tutti i cittadini matinesi, per i suoi testi “nutriti e sapienti”.
Nel secondo caso del San Gerolamo o Girolamo, si è voluto scindere le molecole della storia, della vita e delle vicende del Santo, dando una restituzione iconologica e iconografica componendo un vero e proprio piccolo dizionario di tutti i simboli che accompagnano e caratterizzano tale personaggio chiave per l’evoluzione dell’era moderna cristiana e sociale.
Nella terza e ultima parte poi è stata formulata un’ipotesi di restauro con conseguente restituzione grafica e virtuale.
Il programma usato per il recupero in 2D del mezzo fresco è Photoshop, una guida pratica e veloce guiderà chiunque fosse interessato al recupero virtuale di qualsiasi bene similare.
Ludovico Accogli nasce a Gallipoli il 22/08/80, figlio di Accogli Giovanni e Primiceri Leonarda, vive e cresce a Matino in provincia di Lecce.
Una volta finita le medie frequenta l’ISA di Parabita Sezione Oreficeria, per poi arruolarsi come legge vuole alla leva militare. Prosegue gli studi, frequentando il Corso di Conservazione e Restauro presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce.
Finiti gli studi e specializzatosi, segue fattivamente le varie vicende sia storiche che culturali del territorio nativo e delle zone adiacenti, piccoli indizi che convergono e inanellano una serie di proficue congetture veicolanti su di un vortice che lui ama e interessa tanto, il Restauro.