«Irene non si era mai sentita tanto elettrizzata come in quegli ultimi giorni. Aveva da poco compiuto cinquant'anni, aveva firmato un patto molto vantaggioso con il proprio corpo e aveva avvistato all'orizzonte del suo spirito una nuova frontiera, un nuovo paese in cui viaggiare con tanto entusiasmo quanta rabbia.» E così, alla guida di una BMW fiammante, Irene si lancia lungo la costa del Mediterraneo, scegliendo per le sue notti gli hotel più lussuosi. Nelle camere immacolate, in cui ogni cosa è al suo posto, attira ogni volta una persona diversa: lo sconosciuto con il bell'orologio che ha sedotto con i suoi occhi brillanti, oppure la donna che ha affascinato con sorrisi allusivi e parole sussurrate. Quelle relazioni fugaci non hanno, però, lo scopo di dimenticare suo marito Marcelo, quanto piuttosto di ricordarlo. Dopo vent'anni di «matrimonio perfetto», infatti, Marcelo non c'è più. Nel disperato tentativo di toccare ancora il suo corpo e di strapparlo all'oblio, Irene insegue l'«amor costante, al di là della morte» cantato da Francisco de Quevedo nei suoi celebri versi. Ma qualcosa, in questo schema ripetuto, comincia a incrinarsi, e la protagonista viene strappata all'azzurro del Mediterraneo e costretta a fare i conti con il buio che ha dentro. Il passato si confonde, le certezze vacillano, in un romanzo intenso che esplora i limiti della passione amorosa e le trappole dell'illusione alimentata dalla solitudine.