Memorie sulle antichità di Ugento 1857

Antonazzo Luciano
Dello stesso autore
Editore/Produttore: LEUCASIA EDIZIONI
EAN: 9788887809190



pp.32 brossura 16x23

Manoscritto di un autore anonimo conservato nella Biblioteca Provinciale "N.Bernardini" di Lecce P R E S E N T A Z 1 0 N E Le origini di Ugento si perdono nella notte dei tempi: sede vescovile e castello fortificato in epoca medioevale e moderna, la sua storia è stata ricostruita da attenti investigatori e ricercatori locali con un benemerito lavoro di pazienza e di pietas nei confronti della piccola patria. Ma una cosa è certa: i reperti archeologici, le testimonianze epigrafiche, la tradizione numismatica, fanno emergere dal buio dei secoli il ritratto di una città che fu splendida in età messapica e poi magnogreca e romana, raggiungendo un livello di civiltà ed un`opulenza che non si videro più nel Salento: basterebbero a dimostrarlo il porto, la lunga cinta delle mura, gli antichi luoghi di culto, la particolare qualità della produzione artigianale. Gli ugentini sono orgogliosi delle proprie origini, di cui il Museo Civico e la collezione privata Colosso, sono due formidabili fonti di preziosa informazione e di controllata divulgazione. Ma accanto a queste non possiamo trascurare la letteratura manoscritta e a stampa che ha contribuito notevolmente a costruire nell`immaginario collettivo quella Ugento mitologica e romantica, forse un po`fantastica, che pure seri studiosi contemporanei hanno aiutato a propagandare. Dico questo perchè l`operazione di Luciano Antonazzo è mossa da diverso scrupolo scientifico e va nella direzione di una ricostruzione filologica del passato. Riproporre un manoscritto rimasto per lunghi anni tra le cartelle di un fondo bibliotecario, è intervento meritevole di rispetto e di plauso. Di rispetto perchè il curatore evita le lusinghe ed i tranelli che il testo offre quasi ad ogni pagina, limitandosi ad una trascrizione scrupolosa e corretta. Di plauso perchè un nuovo e interessante frammento si aggiunge alla bibliografia a stampa, invitando gli addetti ai lavori se non altro a qualche riflessione ed alla elaborazione di ipotesi sempre più convincenti. Poco importa se non vi è il nome certo dell`autore: il fatto che le pagine siano state raccolte dalle mani tremanti del Castromediano, ne fa già una preziosa reliquia, cui si aggiungono le intuizioni di Antonazzo, condivisibili o meno, comunque molto vicine al vero. Poco importa (ma molto addolora) che di alcune delle cose di cui si occupa, oggi non via sia più traccia. Proprio perchè chi ci ha preceduto non si è preoccupato troppo di rispettare il passato, la responsabilità di noi moderni è maggiore. Questo è il senso della riproposizione di queste Antichità di Ugento, che devono farci meditare sul ruolo del bene culturale in questi difficili anni del nuovo millennio. Se poi una mostra archeologica dedicata allo Zeus attira migliaia di visitatori, o l`entroterra ugentino ricco di masserie e di enigmatiche presenze pietrificate cattura persino il più distratto dei turisti, non potremo certamente meravigliarci. Tutto parte da un polveroso scartafaccio, da un "dilavato e graffiato autografo", proprio come dice il Manzoni...


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pp.32 brossura 16x23

Manoscritto di un autore anonimo conservato nella Biblioteca Provinciale "N.Bernardini" di Lecce P R E S E N T A Z 1 0 N E Le origini di Ugento si perdono nella notte dei tempi: sede vescovile e castello fortificato in epoca medioevale e moderna, la sua storia è stata ricostruita da attenti investigatori e ricercatori locali con un benemerito lavoro di pazienza e di pietas nei confronti della piccola patria. Ma una cosa è certa: i reperti archeologici, le testimonianze epigrafiche, la tradizione numismatica, fanno emergere dal buio dei secoli il ritratto di una città che fu splendida in età messapica e poi magnogreca e romana, raggiungendo un livello di civiltà ed un`opulenza che non si videro più nel Salento: basterebbero a dimostrarlo il porto, la lunga cinta delle mura, gli antichi luoghi di culto, la particolare qualità della produzione artigianale. Gli ugentini sono orgogliosi delle proprie origini, di cui il Museo Civico e la collezione privata Colosso, sono due formidabili fonti di preziosa informazione e di controllata divulgazione. Ma accanto a queste non possiamo trascurare la letteratura manoscritta e a stampa che ha contribuito notevolmente a costruire nell`immaginario collettivo quella Ugento mitologica e romantica, forse un po`fantastica, che pure seri studiosi contemporanei hanno aiutato a propagandare. Dico questo perchè l`operazione di Luciano Antonazzo è mossa da diverso scrupolo scientifico e va nella direzione di una ricostruzione filologica del passato. Riproporre un manoscritto rimasto per lunghi anni tra le cartelle di un fondo bibliotecario, è intervento meritevole di rispetto e di plauso. Di rispetto perchè il curatore evita le lusinghe ed i tranelli che il testo offre quasi ad ogni pagina, limitandosi ad una trascrizione scrupolosa e corretta. Di plauso perchè un nuovo e interessante frammento si aggiunge alla bibliografia a stampa, invitando gli addetti ai lavori se non altro a qualche riflessione ed alla elaborazione di ipotesi sempre più convincenti. Poco importa se non vi è il nome certo dell`autore: il fatto che le pagine siano state raccolte dalle mani tremanti del Castromediano, ne fa già una preziosa reliquia, cui si aggiungono le intuizioni di Antonazzo, condivisibili o meno, comunque molto vicine al vero. Poco importa (ma molto addolora) che di alcune delle cose di cui si occupa, oggi non via sia più traccia. Proprio perchè chi ci ha preceduto non si è preoccupato troppo di rispettare il passato, la responsabilità di noi moderni è maggiore. Questo è il senso della riproposizione di queste Antichità di Ugento, che devono farci meditare sul ruolo del bene culturale in questi difficili anni del nuovo millennio. Se poi una mostra archeologica dedicata allo Zeus attira migliaia di visitatori, o l`entroterra ugentino ricco di masserie e di enigmatiche presenze pietrificate cattura persino il più distratto dei turisti, non potremo certamente meravigliarci. Tutto parte da un polveroso scartafaccio, da un "dilavato e graffiato autografo", proprio come dice il Manzoni...

Dettagli
DatiDescrizione
EAN9788887809190
AutoreAntonazzo Luciano
EditoreLEUCASIA EDIZIONI
Data pubblicazione2003
CategoriaStoria, *Comuni Salentini
Pagine32
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