pp.80, brossura
L'intero ricavato del libro sarà donato in beneficenza a Giorgia (di Lecce) per il trapianto.
Le spine dei fichi d’india è un’opera prima.Un racconto breve che scrivendo ho vissuto come l’intensa emozione di raccontare un ritorno. Un ritorno come è stato il mio. E solo i ritorni possono dare tanta estasi. Scrivere per raccontare come si possa tornare in tanti modi.
In questo mio romanzo breve,che ha avuto l’onore di vincere il Quinto concorso letterario “Chiara D’Anna” sezione narrativa nel 2008,ho voluto raccontare la storia di una donna,Anna, che dopo tanti anni torna nella sua terra natia. Qui,nella magia innaturale,e a volte ascetica, della terra del profondo salento,che io amo profondamente per radici e per cultura,riscopre tutto cio’ che aveva lasciato,compresi i suoi affetti con occhi diversi. A volte ci si accorge delle nostre cose, che l’abitudine ci fa apparire banali, solo dopo che ci son mancat. Serve una riscoperta per accorgersi di quanto ci si lascia alle spalle. Nulla ci conferma che quel che inseguiamo sia poi in realtà meglio di quel che abbiamo. Anna fa la sua riscoperta. Risopre il padre,Tata Ronzu,la sorellastra,una donna di fatica chiamata col nomignolo di Mmela,e scopre ex novo il nipotino,Oronzino.
Anna compirà un viaggio interiore che la porterà ad un devastante esame interiore.La porterà a fare i conti col suo passato e col suo presente. Al lettore sapere però quale sarà il suo futuro.
Non mi sembra il caso di aggiungere altro a questa piccola e povera presentazione. Altre persone hanno fatto la presentazione del libro,e gli occhi del padre portano sempre ad una visione parziale del proprio figlio,e siccome un romanzo è figlio della propria anima,la mia non è la più opportina per formulare giudizi od opinioni. Le opinioni sono del lettore. Il libro è dello scrittore solo finchè non lo pubblica. Poi diventa del lettore. E spero davvero che Le spine dei fichi d’india possa diventare vostro.