Prassi e teoria della retorica in Roma

pp.105 brossura 17x24

Muovendo dal processo di deterioramento subito nel corso del tempo dal termine retorica, l'autrice ricostruisce i passaggi pi significativi delle metamorfosi compiute dallantica retorica, che, elevata al rango di scienza da Aristotele e penetrata successivamente a Roma, ha permeato loratoria politica e giudiziaria soprattutto conCatone e Cicerone. Del pensiero espresso da Cicerone nel De oratore l'autrice focalizza due binomi interconnessi e fondamentali, res/verba e movere/persuadere, che oltre a sostanziare l' organizzazione retorica delleloquio/orazione sono correlati al problema della conoscenza, sotteso a tutta la teorizzazione sulleducabilit delloratore ideale, cui, con una diversa profondit pedagogica rispetto a Cicerone, attese a sua volta Quintiliano. Questo, ponendo per primo l'accento sulle competenze dei retori e sulla reale efficacia del loro insegnamento, ha segnato il passaggio da un sistema unidimensionale e passivo di trasmissione del sapere a quello interattivo e pluridimensionale, realizzabile mediante il dialogo tra docente e discente, come dimostrato successivamente nel De magistro da SantAgostino. A questo la retorica ha indicato soprattutto un metodo per lorganizzazione interdisciplinare del sapere e, aprendo la via alla filosofia, ha consentito l'accesso alla teologia e alla verità sapienziali. Nell'innovativa concezione del Santo d'Ippona, qui attentamente esaminata, retorica e semiotica, sostanziandosi di fede, costituiscono gli strumenti basilari per evocare il Maestro interiore, che permette di sceverare tra i messaggi subliminali e raggiungere la felicitas. Autore: L`autrice di questo saggio ricercatrice di letteratura latina presso l'Università degli Studi di Lecce. Tre gli indirizzi della sua ricerca: metodologia e comprensione dei testi di latino; pensiero filosofico e politico dei Classici; problematiche linguistiche e letterarie del tardoantico.