DEL MENO

Landolfi Tommaso
Dello stesso autore
Editore/Produttore: ADELPHI
EAN: 9788845934209



«Già: come si può guadagnarsi la vita inventando elzeviri?» si chiede Landolfi in "Des mois". D'altronde, per lui che dopo "Un amore del nostro tempo" (1965) aveva abdicato alla «follia» di raccontare storie, non c'era altra scelta: questione di sopravvivenza. Ma il punto è un altro: quelli che Landolfi chiama «innocenti raccontini» nulla hanno a che vedere con gli altrui elzeviri. Sono infatti aguzzi e vertiginosi apologhi, aneddoti, memorie, dialoghi morali, visioni apocalittiche e tenebrosi incubi - come quello, indimenticabile, dello scrittore che offre la sua vita per salvare il figlio morente ma poi, atterrito al pensiero di lasciare incompiuta un'opera ormai matura, cede alla «più inaudita ignominia» e lo lascia morire. Elzeviri eccentrici, insomma: dove, catafratto di una lingua estranea, lucente e inscalfibile, ritroviamo tutto Landolfi: le complicate «macchine di parvenze» architettate dagli uomini; il destino che ci vessa in modo «elusivo, schernevole»; i gravosi eppure ineluttabili doveri nei confronti delle persone che «una mala sorte ha gettate in tua funesta balia»; la «vanità d'ogni possibile agitazione» che ci si rivela allorché abbiamo sperimentato «il tristo sapore della ... felicità raggiunta»; il diritto di por fine col suicidio a un «meschino calvario». Né poteva essere diversamente: gli altri scrittori «si acconciano di ciò che è» - sono cioè acquiescenti alla «immaginaria realtà generalmente accettata». Non il radicale, disincantato, temerario Landolfi.

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«Già: come si può guadagnarsi la vita inventando elzeviri?» si chiede Landolfi in "Des mois". D'altronde, per lui che dopo "Un amore del nostro tempo" (1965) aveva abdicato alla «follia» di raccontare storie, non c'era altra scelta: questione di sopravvivenza. Ma il punto è un altro: quelli che Landolfi chiama «innocenti raccontini» nulla hanno a che vedere con gli altrui elzeviri. Sono infatti aguzzi e vertiginosi apologhi, aneddoti, memorie, dialoghi morali, visioni apocalittiche e tenebrosi incubi - come quello, indimenticabile, dello scrittore che offre la sua vita per salvare il figlio morente ma poi, atterrito al pensiero di lasciare incompiuta un'opera ormai matura, cede alla «più inaudita ignominia» e lo lascia morire. Elzeviri eccentrici, insomma: dove, catafratto di una lingua estranea, lucente e inscalfibile, ritroviamo tutto Landolfi: le complicate «macchine di parvenze» architettate dagli uomini; il destino che ci vessa in modo «elusivo, schernevole»; i gravosi eppure ineluttabili doveri nei confronti delle persone che «una mala sorte ha gettate in tua funesta balia»; la «vanità d'ogni possibile agitazione» che ci si rivela allorché abbiamo sperimentato «il tristo sapore della ... felicità raggiunta»; il diritto di por fine col suicidio a un «meschino calvario». Né poteva essere diversamente: gli altri scrittori «si acconciano di ciò che è» - sono cioè acquiescenti alla «immaginaria realtà generalmente accettata». Non il radicale, disincantato, temerario Landolfi.
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DatiDescrizione
EAN9788845934209
AutoreLandolfi Tommaso
EditoreADELPHI
Data pubblicazione31/10/2019
CategoriaCLASSICI
CollanaPICCOLA BIBLIOTECA ADELPHI
Pagine333
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