pp. 95, brossura Dialogues nasce da un colloquio televisivo del 1987. Pierre Boutang e George Steiner, umanisti, filosofi della lingua e della lettura, ermeneuti, teorici e critici letterari, a colloquio dinanzi alla telecamera. Il giornalista politico, "l’apologeta della metafisica cristiana, assetato di trascendenza e avversario del giudaismo", e l’ebreo francese di nascita e di formazione franco-anglo-americana; il monarchico, adepto di una destra estrema e il repubblicano liberale; "l’Ontologia fatta persona" e "l’intellettuale universale"; il più anziano che visse la guerra e il più giovane al quale fu risparmiata l’esperienza brutale e diretta della violenza. Due grandi intellettuali del nostro tempo, anime dalle improbabili affinità, acerrimi avversari e amici meravigliosi, soprattutto magnifici lettori, dialogano - senza mancare di provocarsi ma usandosi nobile lealtà - sui segreti della lingua e del Logos, sull’imprescindibile presenza della classicità, del mito e della teologia nelle culture di ogni tempo e ogni luogo. Arguti e veementi giocano la loro scommessa sull’essenziale. Il risultato è un dialogo fervente e fitto, impulsivo e sostanzioso, immediato e brillante. Si rincorrono citazioni di autori e di opere, talvolta esplicite, più frequentemente celate e lasciate alla comprensione analitica e critica del lettore. Si delinea un lungo istante discorsivo ove letteratura e linguistica, filologia ed ermeneutica, storia e filosofia, esegesi e critica, attualità e psicologia si condensano in parole incisive e spesse, scelte con assoluta precisione e determi-nazione, si organizzano in detti e non-detti, concetti che si compiono e tratti di sospensione - quasi in apnea - o di invito cogente all’approfondimento. (F.F.)
