L'anno è il 1939: Henry Miller, scrittore maledetto e amatissimo, torna negli Stati Uniti dopo un decennale "esilio" francese. Il suo intento è andare alle radici dell'americanità, nella cultura e nella natura - maestosa, materna e feroce, commovente nel suo abbraccio onnicomprensivo. Il suo fu un grande viaggio che lo portò a incontrarsi e scontrarsi con un campionario di esseri umani vasto come gli Stati Uniti stessi. In questo libro Miller ci racconta come erano gli Usa negli anni quaranta, facendoci scoprire che per molti aspetti non erano tanto diversi dalla superpotenza che ancora oggi ben conosciamo: grandi affari e umane piccolezze, mass media che addormentano e incitano, inquinamento fuori controllo ma anche possibilità di lavorare duramente costruendo il proprio sogno. Un paese divenuto un "incubo ad aria condizionata" in cui uomo e natura non hanno più molto da dirsi ma continuano a convivere in un matrimonio indissolubile.