Questo volume mostra quanto il pensiero di Leopardi sia ancora vivo e in grado di gettare luce sui destini dell'Occidente. «Da dove proviene il più inquietante dei nostri ospiti?», chiedeva Nietzsche. Il poeta-pensatore di Recanati è stato il primo a suggerire delle risposte che aprono squarci illuminanti e premonitori sui grandi rivolgimenti della modernità e su un mondo che appare sempre più desertificato dalla ragione tecnica e calcolante. Emerge così l'immagine di un Leopardi spaesato (e ribelle) metafisico all'alba di un mondo «fatto a rovescio». Ma la scoperta leopardiana dell'assurdo, lungi dal cedere l'ultima parola alla disperazione, lascia una finestra aperta sul «paese delle chimere». Tutto il dramma di un'anima e di un'epoca si gioca così fra gli abissi opposti del nulla (poetico) e del niente (razionale). Accanto a un suggestivo scavo sulle figure orientali del nihil positivum, questo rimane l'esito forse più sorprendente di un'indagine poderosa che riesce peraltro a misurarsi con le massime interpretazioni del nichilismo leopardiano (da Nietzsche a Severino).