Le parole che usiamo ogni giorno, i gesti che compiamo, i commenti con cui accompagniamo i nostri pensieri, ci rappresentano molto più di quanto crediamo. Questo libro è un invito a sceglierli con cura, a partire da uno dei temi più dibattuti del nostro tempo, la discriminazione di genere. Se infatti la saggezza antica, a partire dalla Bibbia, ha dato al linguaggio gli strumenti per raccontare le sfumature della realtà, l'uso distratto di oggi è al contrario una corsa alla semplificazione, di cui a fare le spese sono spesso le donne, designate con formule sminuenti o imprecise, costrette a lottare anche sul piano linguistico per ottenere quello che agli uomini sembra spettare di diritto. Elena Loewenthal racconta il grande inganno di una battaglia che guarda all'uguaglianza invece di rivendicare la complessità e la differenza. Un fronte che litiga sulle desinenze o gli stereotipi culturali, mentre il femminile viene offeso ovunque: all'anagrafe, nei posti di lavoro, sui giornali e nel web. Una riflessione sulle conseguenze delle parole, per conoscerne la storia e il potere, e partecipare in prima persona a fare la differenza.