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Perchè in Puglia dovunque ti giri non vedi che ulivi. Siamo così abituati, sin dalla nascita, noi pugliesi a essere circondati di ulivi che la loro presenza la diamo per scontata, ormai fa parte del nostro rassi¬curante paesaggio e vivere quotidiano; non li no¬tiamo quasi più.
E tutto ciò in tutte e cinque le province.
Ne consegue che in Italia, e probabilmente nel mondo, è la regione a più alta intensità e produttività di olive e di olio extra vergine d'olive.
Noi siamo primi di molte incollature non solo per quantità, ma anche per qualità. Il nostro olio extra vergine non supera quasi mai lo 0,2 - 0,3 per cento di acidità; ricco di TOCOFEROLO (Vit.E) antiossidante naturale - i suoi grassi polinsaturi non solo non aumentano il colesterolo in circolo ma grazie alla produzione delle HDL favoriscono la pulizia delle arterie.
Il nostro vero, autentico asso nella manica per noi pugliesi è l'ulivo e il suo meraviglioso olio.
Con l'avvento prepotente alla ribalta internazionale della dieta mediterranea pressochè condivisa e suggerita da tutti i nutri¬zionisti: per la pasta, i legumi, i cereali, le verdure l'olio extra ver¬gine d'oliva è diventato il collante ideale.
L’olio extra vergine d'oliva ha un futuro lunghissimo, solido e prospero.
Noi pugliesi stiamo seduti su una miniera d'oro pressochè inesauribile.
Noi dobbiamo tipicizzarlo al massimo della sua qualità e venderlo come il solo, puro, salutare ingrediente della dieta medi¬terranea.
Spesso la saggia, intelligente, accattivante tipicizzazione di un prodotto può lanciare un' intera zona: vedi ALBA per il tartufo, il CHIANTI, IL MARSALA, IL COGNAC, LO CHAMPAGNE, LA MORTADELLA ecc.
Non va infine dimenticato che gli ulivi e gli uliveti, come ri¬sulta dalle mie foto, sono di una bellezza scultorea unica, forme quasi michelangiolesche che non trovano riscontro in nessun altra pianta: emanano e incutono un rispetto e una sacralità riverente.
L'ispirazione a una certa pittura macchiaiola dell'ottocento italiano, non è casuale; in certe immagini ritroviamo lo Zandome¬neghi, il Fontanesi, Signorini, Corot e il nostro barlettano De Nittis.
Le immagini pertanto risultano intrise di quella tendenza pit¬torica tesa a ritrarre i paesaggi non più sotto una fissa luce solare, ma agitata da condizioni atmosferiche corruciate, che se da un lato offuscano la classica nitidezza calligrafica della visione, dall'altro riempiono le forme naturali di una romantica patina emotiva.
Il paesaggio in tal modo risulta sempre arioso e la natura è esaltata nella sua verità e autenticità. Ho cercato sempre una cali¬brata sapienza compositiva sempre priva di ogni falso compiacimento stilistico, manipolazione o forzato artificio tecnico; in ogni immagine c' è solo lo sforzo e l'intento di esprimere con poetica semplicità il fascino inalterato dei nostri meravigliosi ulivi.
L'opera si articola in sei capitoli o sezioni in quanto l'ulivo pianta sacra ed eterna, utilissima e pressoché indispensabile per l'uomo merita che di essa si decantino e si tessino le lodi come per una divinità.
Esso è l'albero della pace, della vita, l'albero dove è iniziata la divina passione di Cristo.
Dott. LUIGI MANGIONE