Gallipoli nel Regno di Napoli. Dai Normanni all'Unità d'Italia

Natali Federico
Dello stesso autore
Editore/Produttore: CONGEDO EDITORE
EAN: 9788880867166



pp 1228 brossura 17x24    2 volumi in cofanetto
 
Oggi quel che più importa è la storia "interna", come la chiamò il Machiavelli, è la storia delle istituzioni, dell`amministrazione, delle industrie, del commercio, della cultura di una città, e non quella dei re e dei principi da cui fu dominata e posseduta. La storia municipale, specie nell`attuale risveglio delle autonomie locali, ha un senso solo se intesa come storia della vita di una città nella totalità dei suoi interessi. Ma una storia siffatta si può fare lasciando in disparte, come dice giustamente lo storico gallipolino Carlo Massa, "ridicole ed insulse tradizioni", utilizzando solo documenti. E` necessario, però, che l`indagine storica municipale riferita a precise situazioni documentarie, sia portata avanti con scrupolo e rigore alla luce delle moderne metodologie, e che affondi, come dice Michel Foucault, "nello spessore della storia, configurando gli eventi nel loro fluire quotidiano, per rintracciare nelle ragioni personali, nelle necessità dei gruppi, nelle esigenze della comunità, l`origine e la causa dei movimenti e delle trasformazioni che interessano poi la storia generale". Ho ritenuto iniziare la mia opera di escavazione nei secoli dell`Alto Medioevo non appena le fonti un po` meno avare cominciano ad illuminare il quadro delle realtà cittadine, e tra esse quella di Gallipoli, della quale ho delineato le vicende storiche specie dal punto di vista amministrativo, socio-economico, religioso e culturale, vicende che si intrecciarono strettamente con quelle del Regno di Napoli, al quale appartenne in qualità di città demaniale, e con quelle di Terra d`Otranto. Ho fissato le linee più significative della evoluzione delle sue istituzioni civiche durante i secoli fino all`Unità d`Italia; individuato le classi sociali che, con alterne vicende, contribuirono alla loro conquista, al loro mantenimento ed alla loro trasformazione; messo in particolare evidenza i fatti che si verificarono a Gallipoli dal 1799 all`Unità..(dall`Introd.)

Segue articolo pubblicato da "Quotidiano di Puglia"

E una lingua di terra protesa nel mare, verso .Oriente, la città di Gallipoli che Federico Natali presenta nella sontuosa copertina della sua opera in due volumi - "Gallipoli nel Regno di Napoli. Dai Normanni all'Unità d'Italia (Mario Congedo Editore) - la città antica in un dipinto di Luigi Consiglio, artista del primo Ottocento e, sul verso, la rada del porto.
È l'immagine di una città turrita, solida, armoniosa nella sua struttura naturale e nell'ingegneria
urbana, ma soprattutto la sintesi di secoli di storia, in cui eventi gloriosi e talvolta miserabili di asprezze, di lotte e di redenzione si sono avvicendati in un, affascinante e coinvolgente tessuto narrativo dell'epopea umana di una società che già dalle origini si propone di consolidarsi e di resistere come protagonista di civiltà. E Natali mosso da una lucida, critica ansia di ricerca, di verifica e riscontro documentale, ci guida attraverso otto secoli di "verum et factum", a testimoniare la tenacia e la volontà della "universitas" di' Gallipoli unanimemente protesa ad, edificare un avamposto di progresso su un trascorso già corroborato da incontri e fusioni di culture.
La percezione lukacsiana della storia che anima l'opera di Natali consente di seguire le vicende di quella terra di Gallipoli, della Puglia e dell'intera Italia attraverso la messa a fuoco di tanti potagonisti, attori e comparse di quella ampia rappresentazione di scene e ritratti della vita reale, come anche di piccole entità del percorso storico quali sono gli umili della terra, rendendole dipendenti, si, dal condottiero, dal re o dal vescovo, ma in esse emerge soprattutto un popolo che vive e si struttura proprio in virtù di un vigore endogeno, dal basso, fino a costituirsi come autorità legittima di stimolo e di proposta nei confronti del Sovrano. Ed allora la storia come scienza accademica o manifestazione di forze dinastiche o di gerarchie, diventa storia interna, espressione di comunità locali, a cui il Natali si richiama come ad elementi secondari ma armonicamente sincroni nel costruire un più ampio disegno del loro cammino.
L'opera, in due tomi di circa 1070 pagine, arricchita di pregevoli tavole illustrative concernenti i più salienti riferimenti storici, è anche corredata di importantissime e dettagliate note su documenti di epoca, che fanno luce su aspetti apparentemente minori della vita della gente comune, delle categorie e ceti professionali, artigiani, della marineria e , del contado, dei "popolares", insomma, costituendo uno scenario antropologico di vivace dinamismo quanto a consapevolezza, laboriosità e capacità imprenditoriale.
Una contestualizzazione esemplare dell'impianto storiografico: oltre che giovarsi di felice fluidità narrativa, l'opera mantiene un costante rapporto e raffronto fra centro di governo e periferia, fra sovrano e "Univérsitas" locale, fra Gallipoli e l'antigallipoli, che l'antagonista possa essere Venezia o Solimano il Magnifico, la Chiesa o la Turchia, affrontati sempre a viso aperto. Costante è l'interazione fra la narrazione e la nota a piè di pagina, che correda il fatto portante con relativo dettaglio cronachistico o antropologico, consentendo di entrare nella realtà del momento. Ed infatti, si evidenziano anche vezzi, esibizionismi e mode. Traspare come nelle famiglie sia invalsa la moda degli schiavi, si dà conto delle asprezze del costo della vita, dei flagelli epidemici ed agricoli, della tolleranza e coesistenza di gruppi etnici e confessioni religiose nella comunità.
Si dispiega uno scenario nell'insieme positivo di partecipazione, di integrazione di forze, e
.di componenti sociali, di rivalità, di emulazione e competizione, non dissimile da quanto accade anche ai nostri giorni - a confermare l'avveduta percezione sociologica del Natali - anche quando nota che la "storia politico-sociale e culturale di Terra d'Otranto e di Gallipoli... si sia mossa in perfetta corrispondenza con quella del Regno di Napoli", quindi del Regno d'Italia, quando il prevalere delle basi di Brindisi e di Taranto hanno indotto il graduale decadimento del porto gallipolino e della sua fiorente industria della pesca e degli oli.
Il lavoro di ricerca e di raccolta del materiale documentale è certamente imponente ed ammirevole le modalità con cui le testimonianze siano state distribuite all'interno di questo progetto. E non di sola ricerca e raccolta si tratta, perchè l'autore pur nel rigore dell'impegno di studioso, riesce a costruire pagine di autentico romanzo storico, come, ad esempio, il dilagare di isteria collettiva seguita alla condanna di Giordano Bruno, l'inasprimento umorale del Cardinale Capece nei confronti dei presunti eretici, che richiamano stati d'animo del Seicento manzoniano. Vi è rigore dottrinario di coerenza ed obiettività storica, ma anche vigore narrativo che non costituisce difetto
o insidia. Opera da consultare e da leggere anche piacevolmente, per la sua virtù di traslarci
in un passato tutto nostro, dove i numerosi cognomi citati nell'indice ci fanno sentire a casa o
ci riconducono alle origini di famiglia. Un'opera di storia con un palpito fisiologicamente ritmato ed un'anima limpida. 


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pp 1228 brossura 17x24    2 volumi in cofanetto
 
Oggi quel che più importa è la storia "interna", come la chiamò il Machiavelli, è la storia delle istituzioni, dell`amministrazione, delle industrie, del commercio, della cultura di una città, e non quella dei re e dei principi da cui fu dominata e posseduta. La storia municipale, specie nell`attuale risveglio delle autonomie locali, ha un senso solo se intesa come storia della vita di una città nella totalità dei suoi interessi. Ma una storia siffatta si può fare lasciando in disparte, come dice giustamente lo storico gallipolino Carlo Massa, "ridicole ed insulse tradizioni", utilizzando solo documenti. E` necessario, però, che l`indagine storica municipale riferita a precise situazioni documentarie, sia portata avanti con scrupolo e rigore alla luce delle moderne metodologie, e che affondi, come dice Michel Foucault, "nello spessore della storia, configurando gli eventi nel loro fluire quotidiano, per rintracciare nelle ragioni personali, nelle necessità dei gruppi, nelle esigenze della comunità, l`origine e la causa dei movimenti e delle trasformazioni che interessano poi la storia generale". Ho ritenuto iniziare la mia opera di escavazione nei secoli dell`Alto Medioevo non appena le fonti un po` meno avare cominciano ad illuminare il quadro delle realtà cittadine, e tra esse quella di Gallipoli, della quale ho delineato le vicende storiche specie dal punto di vista amministrativo, socio-economico, religioso e culturale, vicende che si intrecciarono strettamente con quelle del Regno di Napoli, al quale appartenne in qualità di città demaniale, e con quelle di Terra d`Otranto. Ho fissato le linee più significative della evoluzione delle sue istituzioni civiche durante i secoli fino all`Unità d`Italia; individuato le classi sociali che, con alterne vicende, contribuirono alla loro conquista, al loro mantenimento ed alla loro trasformazione; messo in particolare evidenza i fatti che si verificarono a Gallipoli dal 1799 all`Unità..(dall`Introd.)

Segue articolo pubblicato da "Quotidiano di Puglia"

E una lingua di terra protesa nel mare, verso .Oriente, la città di Gallipoli che Federico Natali presenta nella sontuosa copertina della sua opera in due volumi - "Gallipoli nel Regno di Napoli. Dai Normanni all'Unità d'Italia (Mario Congedo Editore) - la città antica in un dipinto di Luigi Consiglio, artista del primo Ottocento e, sul verso, la rada del porto.
È l'immagine di una città turrita, solida, armoniosa nella sua struttura naturale e nell'ingegneria
urbana, ma soprattutto la sintesi di secoli di storia, in cui eventi gloriosi e talvolta miserabili di asprezze, di lotte e di redenzione si sono avvicendati in un, affascinante e coinvolgente tessuto narrativo dell'epopea umana di una società che già dalle origini si propone di consolidarsi e di resistere come protagonista di civiltà. E Natali mosso da una lucida, critica ansia di ricerca, di verifica e riscontro documentale, ci guida attraverso otto secoli di "verum et factum", a testimoniare la tenacia e la volontà della "universitas" di' Gallipoli unanimemente protesa ad, edificare un avamposto di progresso su un trascorso già corroborato da incontri e fusioni di culture.
La percezione lukacsiana della storia che anima l'opera di Natali consente di seguire le vicende di quella terra di Gallipoli, della Puglia e dell'intera Italia attraverso la messa a fuoco di tanti potagonisti, attori e comparse di quella ampia rappresentazione di scene e ritratti della vita reale, come anche di piccole entità del percorso storico quali sono gli umili della terra, rendendole dipendenti, si, dal condottiero, dal re o dal vescovo, ma in esse emerge soprattutto un popolo che vive e si struttura proprio in virtù di un vigore endogeno, dal basso, fino a costituirsi come autorità legittima di stimolo e di proposta nei confronti del Sovrano. Ed allora la storia come scienza accademica o manifestazione di forze dinastiche o di gerarchie, diventa storia interna, espressione di comunità locali, a cui il Natali si richiama come ad elementi secondari ma armonicamente sincroni nel costruire un più ampio disegno del loro cammino.
L'opera, in due tomi di circa 1070 pagine, arricchita di pregevoli tavole illustrative concernenti i più salienti riferimenti storici, è anche corredata di importantissime e dettagliate note su documenti di epoca, che fanno luce su aspetti apparentemente minori della vita della gente comune, delle categorie e ceti professionali, artigiani, della marineria e , del contado, dei "popolares", insomma, costituendo uno scenario antropologico di vivace dinamismo quanto a consapevolezza, laboriosità e capacità imprenditoriale.
Una contestualizzazione esemplare dell'impianto storiografico: oltre che giovarsi di felice fluidità narrativa, l'opera mantiene un costante rapporto e raffronto fra centro di governo e periferia, fra sovrano e "Univérsitas" locale, fra Gallipoli e l'antigallipoli, che l'antagonista possa essere Venezia o Solimano il Magnifico, la Chiesa o la Turchia, affrontati sempre a viso aperto. Costante è l'interazione fra la narrazione e la nota a piè di pagina, che correda il fatto portante con relativo dettaglio cronachistico o antropologico, consentendo di entrare nella realtà del momento. Ed infatti, si evidenziano anche vezzi, esibizionismi e mode. Traspare come nelle famiglie sia invalsa la moda degli schiavi, si dà conto delle asprezze del costo della vita, dei flagelli epidemici ed agricoli, della tolleranza e coesistenza di gruppi etnici e confessioni religiose nella comunità.
Si dispiega uno scenario nell'insieme positivo di partecipazione, di integrazione di forze, e
.di componenti sociali, di rivalità, di emulazione e competizione, non dissimile da quanto accade anche ai nostri giorni - a confermare l'avveduta percezione sociologica del Natali - anche quando nota che la "storia politico-sociale e culturale di Terra d'Otranto e di Gallipoli... si sia mossa in perfetta corrispondenza con quella del Regno di Napoli", quindi del Regno d'Italia, quando il prevalere delle basi di Brindisi e di Taranto hanno indotto il graduale decadimento del porto gallipolino e della sua fiorente industria della pesca e degli oli.
Il lavoro di ricerca e di raccolta del materiale documentale è certamente imponente ed ammirevole le modalità con cui le testimonianze siano state distribuite all'interno di questo progetto. E non di sola ricerca e raccolta si tratta, perchè l'autore pur nel rigore dell'impegno di studioso, riesce a costruire pagine di autentico romanzo storico, come, ad esempio, il dilagare di isteria collettiva seguita alla condanna di Giordano Bruno, l'inasprimento umorale del Cardinale Capece nei confronti dei presunti eretici, che richiamano stati d'animo del Seicento manzoniano. Vi è rigore dottrinario di coerenza ed obiettività storica, ma anche vigore narrativo che non costituisce difetto
o insidia. Opera da consultare e da leggere anche piacevolmente, per la sua virtù di traslarci
in un passato tutto nostro, dove i numerosi cognomi citati nell'indice ci fanno sentire a casa o
ci riconducono alle origini di famiglia. Un'opera di storia con un palpito fisiologicamente ritmato ed un'anima limpida. 

Dettagli
DatiDescrizione
EAN9788880867166
AutoreNatali Federico
EditoreCONGEDO EDITORE
Data pubblicazione2007
CategoriaStoria, *Comuni Salentini
Pagine1065
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