GUERRA FREDDA E ILLUSIONI IMPERIALI GRAN BRETAGNA STATI UNITI E RAPPORTI CON EGITTO

Pierri Bruno
Dello stesso autore
Editore/Produttore: CONGEDO EDITORE
EAN: 9788880867746



pp.306 brossura 17x24

Nel 1945, la Gran Bertagna era a capo di un vasto impero coloniale e controllava il Canale di Suez, nella cui area aveva costruito una base militare. Gli americani stessi preferivano che gli interessi occidentali lì fossero tutelati dai britannici. Tuttavia, il Regno Unito usciva dalla guerra indebolitoe fu obbligato a chiedere aiuto a Washington. Tutto ciò mentre nascevano movimenti nazionalisti arabi, che avevano come punta di diamante l'Egitto, che aveva chiesto la revisione del trattato anglo-egiziano del 1936. La Gran Bretagna, però ragionava ancora secondo canoni romantici, attribuendo eccessiva importanza al prestigio imperiale. Churchill, tornato al governo nel 1951, era disposto anche a una guerra per dare una lezione agli egiziani e riteneva che gli Stati Uniti avrebbero dovuto schierarsi con Londra nei negoziati, ma Eisenhower non volle lasciarsi coinvolgere. Oltre a ciò, il Premier fu protagonista di una rivalità con il Foreign Secretary, Eden, molto più incline al negoziato.
Soprattutto a partire dalla Rivoluzione dei Liberi Ufficiali del 1952, Washington divenne interlocutore provilegiato degli egiziani. Per qualche tempo, la Casa Bianca cercò di persuaderli nella necessità di un'alleanza con l'Occidente, ma la situazione rimase in fase di stallo fino al 1954,  quando Churchill fu messo in minoranza nel Cabinet. Le ragioni di ciò erano docute in primo luogo alle difficoltà economiche della Gran Bretagna. Inoltre, le nuove armi all'idrogeno rendevano obsolete basi come quella di Suez. Infine, si erano ormai sganciati dalle linee politiche di Londra, che dovette negoziare l'abbandono della base. Il Leone Britannico terminava la sua "Età dell'Oro" nel Medio Oriente e contemporaneamente gli americani ne diventavano la potenza egemone, senza ancora uno spiegamento di forze militari.

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Disponibilità: 2 disponibile

pp.306 brossura 17x24

Nel 1945, la Gran Bertagna era a capo di un vasto impero coloniale e controllava il Canale di Suez, nella cui area aveva costruito una base militare. Gli americani stessi preferivano che gli interessi occidentali lì fossero tutelati dai britannici. Tuttavia, il Regno Unito usciva dalla guerra indebolitoe fu obbligato a chiedere aiuto a Washington. Tutto ciò mentre nascevano movimenti nazionalisti arabi, che avevano come punta di diamante l'Egitto, che aveva chiesto la revisione del trattato anglo-egiziano del 1936. La Gran Bretagna, però ragionava ancora secondo canoni romantici, attribuendo eccessiva importanza al prestigio imperiale. Churchill, tornato al governo nel 1951, era disposto anche a una guerra per dare una lezione agli egiziani e riteneva che gli Stati Uniti avrebbero dovuto schierarsi con Londra nei negoziati, ma Eisenhower non volle lasciarsi coinvolgere. Oltre a ciò, il Premier fu protagonista di una rivalità con il Foreign Secretary, Eden, molto più incline al negoziato.
Soprattutto a partire dalla Rivoluzione dei Liberi Ufficiali del 1952, Washington divenne interlocutore provilegiato degli egiziani. Per qualche tempo, la Casa Bianca cercò di persuaderli nella necessità di un'alleanza con l'Occidente, ma la situazione rimase in fase di stallo fino al 1954,  quando Churchill fu messo in minoranza nel Cabinet. Le ragioni di ciò erano docute in primo luogo alle difficoltà economiche della Gran Bretagna. Inoltre, le nuove armi all'idrogeno rendevano obsolete basi come quella di Suez. Infine, si erano ormai sganciati dalle linee politiche di Londra, che dovette negoziare l'abbandono della base. Il Leone Britannico terminava la sua "Età dell'Oro" nel Medio Oriente e contemporaneamente gli americani ne diventavano la potenza egemone, senza ancora uno spiegamento di forze militari.
Dettagli
DatiDescrizione
EAN9788880867746
AutorePierri Bruno
EditoreCONGEDO EDITORE
Data pubblicazione2007/12
CategoriaSaggistica
Pagine304
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