"Mi avete scritto sui manifesti che sono buono da mangiare? Purtroppo per voi che vi muovete nell'ombra, sono un prete indigesto. Un essere umano disposto a sacrificare se stesso con la massima umiltà, ma anche con la straordinaria forza della parola di Dio." È questa la risposta di don Antonio Coluccia dopo essere stato minacciato e appena prima di trovare la sua auto crivellata da una raffica di proiettili a Specchia, il comune vicino a Lecce dov'è nato. L'obiettivo è punirlo per la missione che anima la sua quotidianità: proteggere i deboli da chi li sfrutta e opprime, salvare i giovani dal richiamo della criminalità organizzata, schierarsi contro le ingiustizie sociali, opporsi a chi vuole distruggere e non creare, lottare contro chi traffica con i rifiuti tossici e sparge senza vergogna violenza e abusi. Il suo è un credo sintetizzato in tre verbi: osare, rischiare, compromettersi. Tanto nella sua Puglia, dove è pesante la mano della Sacra corona unita, quanto a Roma, dove ha fondato l'Opera don Giustino e combatte il degrado e lo spaccio nel difficile quartiere di San Basilio. Per la prima volta Riccardo Bocca racconta ai lettori la storia di un grande protagonista dell'Italia contemporanea: un uomo a cui non piace sentirsi chiamare "eroe", un essere umano che come tutti conosce la paura ma che non ha mai rinunciato a rischiare per il bene degli altri. Una persona forte e semplice che con infinita determinazione consacra la sua esistenza a chi soffre nella povertà o ha smarrito la strada nell'indifferenza generale.