"Psicoanalisi del Cristianesimo" propone un'ipotesi interpretativa relativa ad un fenomeno millenario qual è il Cristianesimo che, oltre a marcare la cosmovisione e la prassi dell'Occidente, coinvolge direttamente un terzo della popolazione mondiale. Numerosi sono gli studi che evidenziano gli aspetti religiosi, storici, politici, sociali ed artistici del Cristianesimo, mentre sono pressoché assenti quelli che ne esplorano le dinamiche "inconsce". Il quesito cui la presente ricerca tenta di dare una risposta può essere così riassunto: qual è la dinamica impercettibile e non riconosciuta che attraversa il Cristianesimo, da Gesù di Nazareth fino ai giorni nostri e che penetra inconsciamente non solo nelle Chiese ma anche nella civiltà occidentale? Quale impatto hanno nel Cristianesimo le prime testimonianze dei Discepoli (Vangeli), l'incontro con il pensiero unico imperiale (Costantino), l'elaborazione della colpa e la risposta persecutoria (Agostino), nella strutturazione dicotomica delle Chiese, persino nel rito fondamentale dell'Eucaristia? È ragionevole l'ipotesi che il Cristianesimo, al di là di innegabili meriti e valori, sia segnato da un "disordine narcisistico"?