Nel 1733, il Temple, l'antico quartiere di Londra celebrato da Charles Dickens, è sconvolto da un efferato delitto: Mrs Lydia Duncomb, una vedova di ottant'anni che vive su una poltrona a rotelle, viene orrendamente assassinata assieme alle sue inservienti: Elizabeth Harrison e la giovane Ann Price. Del crimine è accusata una cameriera ventiduenne, Sarah Malcolm, che si proclama innocente ma, dopo un processo che desta scalpore nella buona società e nel popolo londinese del tempo, viene condannata a morte. Questo libro è la ricostruzione storica di quel caso, ma anche una storia privata che rasenta il fantastico. Ciò che lega questi due aspetti è una cura testarda della verità. Un sogno, inseguito per molti anni, mette l'autrice sulla pista di questo delitto oscuro avvenuto nell'Inghilterra del diciottesimo secolo. Ne nasce una lunga indagine che illumina un mondo dimenticato: il mondo racchiuso dagli archi e dalle porte del Temple, i personaggi che lo abitavano, la vita chiusa e protetta che ci si viveva, le abitudini, le cerimonie, squarciate da un coltello che non lacera soltanto la vita di tre donne, ma il velo che le ricopre. Attraverso la ricostruzione dei processi, questo piccolo mondo sorpreso nel sonno chiacchiera, si muove, prende vita: dai personaggi più oscuri (striscianti, condannati nelle segrete delle prigioni londinesi) a quelli celebri come il grande pittore William Hogarth; dalla malavita all'alta società; dai giudici togati ai cappellani. Non c'è una parola che non sia vera e documentata, eppure tutto è incredibile, misterioso, stupefacente. In mezzo a questo mondo campeggia la figura di Sarah Malcolm, col suo destino crudele, la sua personalità forte e fragile, il suo segreto, che il libro cerca di svelare, perché un'ingiustizia sia riparata, perché un'anima dannata trovi pace, dopo tanto tempo.