Parte per una spedizione vendicativa postuma, per riparare a un torto antico, il protagonista di "La seconda spada". Vuole vendicare la sua «santa» madre, calunniata da una giornalista in un vecchio articolo, in cui insinuava che la donna fosse una simpatizzante del Terzo Reich. Per affrontare la sua missione, l'io narrante lascia quella che ormai è diventata la sua casa, il luogo cui ritorna dopo lunghi vagabondaggi a piedi per la campagna dell'Île-de-France. Dove trovare complici per il suo piano? E poi, si può davvero parlare di un piano, o si tratta piuttosto di un impulso irresistibile, di un movimento senza una direzione precisa? Gli scambi di battute con i possibili esecutori del delitto creano una suspense curiosa: è la parodia di un poliziesco, o forse un gioco condotto con un sottile, spiazzante sense of humour? O è una questione molto seria, come seria è da sempre per Handke l'evocazione della madre adorata, già protagonista del suo "Infelicità senza desideri"? O ancora è una frecciata contro i giornalisti che colpiscono da lontano senza guardare in faccia le proprie vittime? Trarrà le sue conclusioni il lettore, lui sì chiamato in causa come un amico, mentre legge e si abbandona al passo dell'autore in cammino.