Ambientato nella metà degli anni Settanta, ai tempi della dittatura militare e del drammatico fenomeno dei desaparecidos, il romanzo si incentra sul personaggio di Rodolfo Kreck, marito e padre esemplare, impiegato modello, buon vicino e uomo amabile ma anche persona riservata e gelosa del proprio privato. Rodolfo Kreck ha una vita trasparente, ma il suo desiderio di solitudine e l'affitto di un appartamento di cui conserva le chiavi nella scrivania dell'ufficio lo portano a essere prelevato dalla polizia, tradotto in un commissariato, lungamente trattenuto senza accuse definite. Il libro, di cui unanimemente la critica ha sottolineato il sapore kafkiano (e che presenta un finale aperto e multiplo), appare come la metafora della complessità e ambiguità di ogni vita, anche la più apparentemente limpida, e della prevaricazione del potere che si arroga il diritto di entrare nel privato del cittadino, di distruggere ogni libertà di evasione privata e di rovinare una vita in nome della tutela della "sicurezza". Un libro complesso e inquietante, ironico e drammatico, che prospetta i modi diversi in cui il problema della libertà e della legalità, ma anche quello della difesa del proprio privato, possono essere letti attraverso lo sguardo e i racconti dei vari attori di una storia.