"Mai ci lasceremo, Fellé! Mai, neanche se dovesse finire il mondo!" dice Taniella Pistiddu a Felle Tamale quando lui la chiede in sposa. Poi un giorno il mondo finisce davvero, per una pestilenza. È la Cajentura, una febbre mortale che si diffonde preceduta da una nebbia gialla, e annunciata a Felle da un sogno premonitore dove uno scorpione gli punge ripetutamente le carni. La gente inizia a morire e cade in preda al terrore. In poco tempo le strade si fanno deserte. Allora Felle e Taniella caricano sui cavalli arnesi, viveri, indumenti, e fuggono. Si rifugiano in un nuraghe mentre il mondo sprofonda. Nel buio dentro quel cono di pietre perdono il conto dei giorni, e per non perdere anche il senno, decidono di tenersi vivi inventandosi storie. La storia di sopravvivenza gioca allora a intrecciarsi con una fantasmagoria di storie che raccontano l'amore fugace di una baronessa e il suo servo, la metamorfosi di un prete in formica, l'esistenza senza pace di un uomo nato per sbaglio, una giovane scalza che partorisce un serpente... Niffoi incanta con un racconto impregnato di fiabesco, sacro e profano, una giostra allucinata e visionaria da cui il lettore non vuole più scendere.