È il 22 giugno 1999, un martedì, quando la morte del marito in un incidente sconvolge per sempre la vita dell'autrice. Un attimo prima c'era una casa appena acqui stata, la preoccupazione dei lavori di ristrutturazione, la musica e i libri, lei e Claude. Non immaginavano che vivere potesse essere pericoloso. Vent'anni dopo, Brigitte Giraud riavvolge il nastro dei ricordi per analizzare ogni istante, chiedersi ossessivamente come sarebbe andata se quell'esatta concatenazione di eventi inesplicabili non si fosse messa in moto. Vivisezionando l'angoscia con precisione chirurgica, ripercorre ogni minimo gesto, ogni fatto, ogni contrattempo che ha portato all'inevitabile, avendo sempre in testa quella domanda, come un mantra, una litania consolatoria, «e se...?». Il dolore si fa scrittura, la scrittura si fa dolore che da personale diventa universale, parlando a tutti noi che nell'intimità commovente e piena di vita di questo racconto riconosciamo le nostre paure e il nostro instancabile vivere veloce.