Il postmoderno è diventato un'icona. Ed icona è diventata la globalizzazione. Ma dietro ad ogni icona si nascondono volti e figure, ideologie e processi reali. Il problema vero è che da queste icone oggi non possiamo prescindere. Inutile rimpiangere tempi andati ed inutile invocare dèi venturi. Questo, purtroppo o felicemente, è il tempo che ci è dato vivere. Perciò sono benvenuti tutti coloro che ci aiutano a decifrare le ambiguità di queste icone. E fra questi studiosi attenti possiamo ben annoverare Bauman, qui interrogato con calma riflessività da una studiosa di cose pedagogiche sensibile alle dinamiche sociali che intrecciano le dinamiche di formazione. Alba Porcheddu non è nuova a questo filone di ricerca. Qui interroga Bauman su società solida e società liquida, su frammentazione e legami sociali, su spaesamento e ricomposizione, su comunicazione e individualizzazione: evidenziandone la dura realtà e la possibile rielaborazione concettuale. Sempre muovendosi, come ricorda Bauman, "a caccia di tracce di paideia". Una paideia trasfigurata, ma non rinunciataria.