AA.VV.
pp.120 brossura
A Creta, isola micenea di mare e fantasmagorici palazzi, di tauroctonie e di una misteriosa dea, di Cnosso e Festa, si conserva un patrimonio fiabistico singolare che, se da una parte può essere ricondotto a quello greco tout court, dall’altra ha suoi elementi precisi: sono fiabe di mare e di relazioni difficili coi potenti, narrazioni di viaggi e di improvvise soluzioni ai casi umani, con una maggiore apertura al fantastico e soprattutto con una forte connotazione identitaria.
Le fiabe cretesi contrappongono la cultura greca (ovvero l’equilibrio, la moderazione, la saggezza) e il cattolicesimo, come rivendicazione della «vera religione» rispetto a quella dei musulmani. Allo strapotere turco il popolo cretese risponde con l’arguzia, lo sberleffo, la beffa, in sostanza con un sentimento di superiorità intellettuale.
Sono perciò fiabe lievi e spesso ironiche, che vogliono raccontare lasciando un messaggio, una scia, un segno per gli ascoltatori (perché certamente nascono come narrazioni orali) e per i posteri. Che vogliono aiutare a districarsi nell’esistenza umana, tra sofferenza e sogno