pp.250 Quando il Salento era ancora il Cilento, il negramaro si beveva, a Cellino San Marco c’era un signore che cantava, il barocco era uno stile archittetonico, i film si vedevano al cinema o in casa e la pizzica si ballava nelle feste all’aperto, specie d’estate. Oggi che il Salento è il Salento, il negramaro lo trovi in un cd, l’uomo di Cellino produce anche vino, il barocco si beve al bar, il film si gira per strada o in piazza e la pizzica è un fenomeno culturale internazionale. Cosa è cambiato? Se questo Salento oggi non non è il Cilento è, senza dubbio, merito di tutte le buone imprese del territorio, di tutti quelli che hanno deciso di restare o di andare per poi tornare, di quel tessuto buono della città che inconsapevolmente crea un sistema che si chiama "eccellenza". Sono loro la vera promozione di un territorio. Sono loro il vero motivo per vivere un Salento buono.