Il mare è così o ti porta santi o ti porta tempeste. Basso Salento, Porto di Trecaze. In questo ultimo sud d'Italia scolpito dalle acque un veneziano, vagabondo del mare, trova riparo durante una tempesta. La sua vela è distrutta e lui, costretto a stanziarsi, riesce a far breccia negli animi degli abitanti del borgo. E non solo. Mette su una birreria proprio sul molo del porto e col tempo trasforma quell'osteria marinara in un punto di ritrovo per gli amanti della libertà in rifugio per solitari e bettola per baldorie. Mesce birra a fiumi e cucina da dio, canta e incanta come un prestigiatore. Ma in un mattino di fine novembre il suo corpo viene ritrovato in una marmitta a galleggiare nel lento moto di un mare in bonaccia. Fra sguardi sospetti e poche parole di una muta comunità il maresciallo Gerardi e l'appuntato Nardi indagano sull'omicidio; ma entrambi si ritroveranno a investigare su se stessi, sulla parte buia della loro anima e sulle loro emozioni. Dovranno navigare nel proprio mare nero, in quella dimensione interiore che si nutre di inquietudini inconfessate.