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Dalle pagine della memoria emerge un’infanzia d’altri tempi: le figure dei cari, i semplici giochi di una volta, il lavoro dei contadini, i riti, le serate intorno al braciere, i compagni di giochi e di scuola… una costellazione di personaggi ed eventi da cui sono stati attinti valori di vita e riflessioni.
Cosimo, ex ciclista, un padre che ha sempre “pedalato” per la famiglia, trovando sostegno nell’affettuosa solidità della moglie, nonno Domenico, bevitore e narratore, nonna Emilia con i suoi abiti arbereshe, lo zio barbiere nel cui Salone si riuniscono i notabili per chiacchiere e animate discussioni “colte”, disegnano l’universo di Mimmo, il narratore, capace di conservare nel ricordo gli occhi attenti del bambino che è stato.
Ed è un intero paese del Sud, con i suoi poderi intorno e con le sue storie, a rivivere.
Tutto ritorna nello sguardo di allora, riportando gesti e sensazioni, sfumature dolci ed amare che hanno tracciato un percorso di abbandoni e di ritorni, ma tutto vissuto nella consapevolezza della grande forza della famiglia e della terra d’origine, alle quali il cuore adulto vuole rendere omaggio.
Domenico Gullo nato nel 1958 a Spezzano Albanese (Cosenza), comunità arbëreshe, italo-albanese, della Calabria.
È emigrato giovanissimo insieme a tutta la famiglia a Torino, dove attualmente vive e lavora, e dove ha completato gli studi.
Ha mantenuto sempre un fortissimo legame con la propria regione, legame che è lo stimolo per scrivere della sua terra e della gente di Calabria.