pp.256, brossura 15x22
La morte della ventottenne Beatrice Acquaviva d'Aragona – sposa di Francesco Castromediano e amatissima marchesa di Caballino – si abbatte sul feudo come una tragedia inaccettabile. Ma mentre la piccola corte salentina cade nella disperazione, c'è chi di quel lutto inatteso gioisce; don Pietro Altomonte, arrogante signorotto leccese, incarica i suoi "bravi" di recuperare i documenti che attestano i diritti dei Castromediano sui possedimenti caballinesi, per impadronirsene.
Il crudele Ferrando e Lupo, l'uomo dal fiuto infallibile e dal tormentato passato, corrompono, intimidiscono e giungono ad uccidere per scoprire il nascondiglio di quelle carte, ma senza esito, tanto più che il segreto di don Francesco è ben altro...
Nell'arco di ventisei anni, da quei primi eventi fino alla morte di Francesco Castromediano, tra storia e leggenda il racconto scorre nelle vie del borgo di Caballino e nelle campagne circostanti, tra le mura del convento voluto dalla marchesa devota a san Domenico di Guzman e nella coscienza turbata del priore padre Bonaventura, inquieto depositario di segreti propri e altrui. Nel frattempo arriva il flagello della peste a ricordare agli uomini la loro fragilità, ma anche a pareggiare i conti.
E la memoria di un amore straordinario troverà i suoi testimoni.