pp.243, brossura 13x23
Ambientato a Q (come K fu la leggendaria città della trilogia di Àgota Kristòf), città del non-piùricco Nordest ma luogo qualsiasi della provincia italica, ispirato allo "Straniero" di Camus, "L'alieno" è un romanzo diverso. Immerso in atmosfere letterarie, le trasferisce ai nostri giorni e tempi bui, in modo ironico, grottesco, provocatorio, per un percorso irriverente nella conoscenza e nella diversità.
Il protagonista, Ugo, giovane universitario e inventore di cose assurde, epigono moderno del più noto Mersault, abita il suo mondo quasi per caso, lo vive in modo distaccato, un mondo con cui non ha nulla da spartire
e che può osservare nella sua completa Assurdità.
Tutto appare comico, cinico, grottesco, disarmante e dissacrante in quella sua incapacità di trovare il bandolo della matassa, disseminando la strada di domande ricorrenti sulla Morte, la Felicità, l'Amore, la Vita e la condizione di Essere Umano. Il piccolo successo ottenuto presentando le proprie invenzioni in una trasmissione di un'emittente televisiva locale non gli basta a giustificarsi come Uomo e nemmeno lo interessa.
Lui non è un tronista e nemmeno un politico. La vicenda si dipana così tra cronache familiari al limite della farsa e del teatro dell'assurdo, personaggi che sembrano uscire direttamente da libri e film, e un angosciante e kafkiano processo dal registro assai comico, ma che a guardare bene non è tanto distante dalla realtà annunciata quotidianamente da giornali e tg nazionali.
E dal romanzo emerge con forza il vero tema del libro, il "diverso" e con esso il razzismo serpeggiante nella nostra società. Alieno, in fondo, è ciascuno di noi di fronte all'Assurdità del Mondo.
L'importanza di essere Ugo è il "prequel" de L'alieno. Building romance, dal titolo ammiccante alla commedia di Wilde, mette crudelmente a nudo la dicotomia tra essere e apparire nella società moderna, l'idiosincrasia che nasce tra sogno che si vorrebbe vivere e la vita che si vive con le sue costrizioni. Politicamente scorretto, tra amore e bizzarrie, prese di coscienza e creazione di nuove identità, si scaglia contro razzismo e politica, ironizza sulle scuole di scrittura, sulle ambizioni illusorie, sulla tv e lo showbiz, fino a toccare temi scottanti come l'eutanasia e la teledipendenza, restituendo una disamina cinica e divertente della nostra società. Con una concezione neo-leonardesca rimette l'uomo al centro del mondo, l'importanza di essere se stessi e rendersi utili per il genere umano, vi presenta Ugo e il suo mondo talmente reale da sembrare allucinatorio.