pp.237 rilegato formato 24x34 TIRATURA NUMERATA IN 700 ESEMPLARI NUMERATI
Per una città come Lecce il fenomeno della cartapesta è un fatto molto importante perché oltre ad avere una tradizione storica ed una dignità letteraria, ha pure un riscontro sociale in quanto dà lavoro ad un numero sempre maggiore di artigiani. Negli ultimi cinquanta anni, come è stata superata la crisi che aveva caratterizzato il settore nel secondo dopoguerra e si è verificata una insperata e costante ripresa, prima lenta, poi più accelerata fino ad una esplosione ormai inarrestabile e sotto gli occhi di tutti, così la bibliografia specializzata che prima andava a gonfie vele e riempiva diffusamente le pagine dei giornali, dopo un periodo di magra, sta godendo recentemente di una rinnovata fortuna. Si sono pubblicati nel decennio appena trascorso (1991-2001) profili di maestri cartapestai (Giuseppe Manzo, Antonio Mazzeo), antologie illustrate di vario genere, interessanti album e guide, persino relazioni di interventi di restauro, ed era stato realizzato negli anni ottanta anche un suggestivo libro fotografico (Annamaria Contenti). Le firme più illustri "prestate" al tema sono state quelle di Bodini e di Ciardo (per non parlare di Papini e Panzini quando divampò la polemica) oltre ad Amilcare Foscarini che nella sua Guida di Lecce (1929) a settant`anni suonati, salutava senza troppo scomporsi e con un pizzico di nostalgia, l`exploit industriale della manifattura, prodotto esclusivo del capoluogo scosso suo malgrado dagli entusiasmi rivoluzionari dei giovani fascisti. Mancava però un compendio della cartapesta, un inventario ordinato secondo un criterio semplice e di facile consultazione, una rivisitazione dettagliata di tutto ciò che è stato fortunatamente conservato ed una verifica di ciò che è andato perduto per incuria di qualcuno. Mancava ancora un testo esauriente, illustrato quanto basta, fondato su base storica e scritto come un racconto autobiografico, dove il ricordo e l`analisi descrittiva fossero mescolati......
